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inquisito



1980 - Di villa in villa

L'influenza dell'arte e della cultura veneziana nel Friuli è visualizzata, nel modo più eclatante, dalla Villa Manin di Passariano.
Esempi meno imponenti, comunque degni di ammirazione, di ville venete, sono numerosi anche alla destra del Tagliamento.
La villa costituì, dal Quattrocento al Settecento, il simbolo del potere e della ricchezza, ma anche un'opportunità per vigilare sulle vaste proprietà terriere e sul lucroso commercio di del legname per via d'acqua, la principale delle quali si dipartiva da Pordenone e, lungo il Noncello, il Meduna e il Livenza, raggiungeva Caorle e, di qui, Venezia.
Esemplare, in proposito, è la funzione svolta dalla magnifica villa Correr di Roraipiccolo di Porcia, che funzionò da terminale del commercio di legname, che, dalle vicine prealpi giungeva sin dentro il suo perimetro, fluitato lungo il canale Brentella.

La lunga sfilata di cicloturisti all'uscita della Villa Varda di Brugnera dopo la sosta ristoro.
In questi ultimi anni, dopo un lungo abbandono, molte di queste ville sono state restaurate, altre destinate ad usi diversi ( alberghi e ristoranti ). Importante è che non vadano in rovina e siano -per quanto possibile - fatte conoscere. A questo compito si è dedicata la "Pordenone pedala" nella sua ottava edizione, proponendo un percorso punteggiato di ville e collocando la sosta-ristoro, in una delle più prestigiose, quella "della Guardia", o Varda di San Cassiano di Brugnera.
Una dietro l'altra, in scenari diversi, ma tutte con il contorno di giardini, vasti spiazzi e tanto verde si sono susseguite le ville Cattaneo e Torossi a Villanova di Pordenone, dei conti Brandolin a Vistarla di Sacile, villa De Marchi Frova Corner a Stevenà, la già citata villa Varda, quindi villa Brunetta a tré piani, con granaio sovrastante, dall'aspetto di grande casa di campagna e villa Morosini-Memmo, ora sede municipale, di classico stile veneto, entrambe a Prata, la villa-palazzo addossata al Castello di Porcia e, infine, a Roraipiccolo le ville Correr, Gabelli e Rigutti-Policreti.
Un'immersione in un passato che ha avuto il grande merito di lasciare una ricchezza culturale e artistica, tradottasi in monumenti, chiese, campanili, palazzi, ville, città e paesi di incredibile armonia e bellezza.
Merita una particolare menzione un volumetto di Gianni De Muro intitolato "Versi a... ruota libera", stampato dalla "Filotecnica Pordenone" e dedicato alla "Pordenone pedala". De Muro ha anche ideato la copertina: uno stilizzato ciclista vecchio stampo, con maglietta a righe, baffoni e cappelluccio alla Bonaventura, accanto a un velocipede da pioniere, ruota anteriore enorme. Il poemetto descrive in dialetto pordenonese la "pedalata" e in 5 "Canti" analizza: "l'organisasion", "la xente", "le biciclete", "el passagio" e "l'arivo".

La copertina del "poemetto" di Gianni De Muro dedicato alla "Pordenone pedala".
Ogni verso trasuda il profondo affetto di De Muro per Pordenone e la sua gente, che celebra peraltro senza enfasi e con un pizzico di ironia, che non guasta mai.
Obbligatorio a questo punto, proporne un assaggio. Eccolo: "Mena e sburta, ecoli qua / ben o mal i xè riva.../ Ghe 'xè quel col fiato grosso / ed un altro tira xè a l'osso... / Oualchedun ch'el sente un s'ciantin /in tè la sela un dolorin.-./Cosa importa?... Chei... va ben!/ Ciapa luto quel che vien... /E i se ciapa la pataca,/ Targhe e cope che i ghe sgnaca! / Tufi a casa i fa ritorno / ripensando a 'sto bei zorno. / Ripensando che fra un ano /ghe xè un fià più de... afano!!!.
Che la "Pordenone pedala" sia una fonte di ispirazione per aspiranti poeti e musicisti, si è già documentato fino ad ora proponendo alcuni "saggi" e citando inni e canzoni.
Fossimo cronisti zelanti, avremmo dovuto pubblicare tutto quanto, sul tema, è pervenuto al Comitato Organizzatore, che, diligemente, custodisce in archivio.
Ma non è stato possibile. Chiedendo scusa per tanta "insensibilità", obbligata, cerchiamo di rimediare ringraziando cantori e musici per la lor spontaneità: al di là delle stonature ritmiche e delle stecche, essi interpretano le emozioni e gli entusiasmi di tutti i partecipanti alle "Pordenone pedala".
Non è poco - credeteci - in una stagione in cui i sentimenti sembrano sopraffatti dall'insensibilità e dagli egoismi.


Tipica bicicletta caratteristica di Barco.