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Fonte : http://www.repubblica.it/speciali/arte/recensioni/2010/01/15/news/novecentoparma-1963287/

EVENTI

Parma scopre il suo archivo
e va in mostra il Novecento

A Parma il Centro studi della comunicazione dell'Università svela i propri "segreti". Ne viene fuori un kolossal del secolo scorso, raccontato con oltre 700 opere tra arte, fotografia, design e moda di LAURA LARCAN


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L'Uomo con la valigia, di Alberto Sughi

PARMA - E' come rileggere per immagini in bianco e nero le storie e i personaggi dei grandi narratori Faulkner, Dos Passos, Steinbeck. L'America degli anni Trenta, del dopo 1929, del crollo della borsa di New York, della crisi del mondo contadino, dei braccianti disperati che si riversavano nella "Dust Bowl", nella "tazza di polvere" degli stati centrali degli Stati Uniti alla ricerca della sopravvivenza, tra accampamenti, lunghi trasferimenti a piedi o sui carri, vita comune, pasti e giacigli di fortuna. Un piccolo grande capitolo della storia del ventesimo secolo raccontato da un gruppo di fotografi audaci e sensibili come Walker Evans, Dorothea Lange, Arthur Rothstein, Gordon Parks, Ben Shahn per una documentazione preziosa e memorabile voluta all'epoca dal presidente Roosevelt. L'incredibile e commovente repertorio di fotografie, appartenenti al gruppo della Fsa americana (Farm Security Administration), è solo una delle chicche della collezione infinita dello Csac, il Centro studi e archivio della comunicazione dell'Università di Parma, il monumentale centro di documentazione creato da Arturo Carlo Quintavalle e Gloria Bianchino, considerato il maggiore fondo sul Novecento esistente in Italia forte di dodici milioni di opere archiviate, costruito grazie alla formula delle donazioni dirette degli artisti.



Un kolossal culturale che per la prima volta si mette in mostra dal 16 gennaio al 25 aprile, grazie alla sinergia tra Comune e Università di Parma, con l'ardua selezione di settecento opere, articolate in cinque sezioni tematiche, con un percorso che si snoda in quattro prestigiose sedi della città. Lo storico e centralissimo Palazzo del Governatore, rinato dopo un complesso restauro che ne ha recuperato tremila metri quadrati destinati ufficialmente da ora a spazio espositivo, accoglie la sezione arte (un centinaio di opere sulle milleduecento tra quadri e sculture) e fotografia (seicento degli oltre nove milioni di pezzi conservati).

La Galleria San Ludovico è dedicata alla moda (con circa duecento perzzi tra disegni, documenti, riviste, fotografie, abiti ed accessori all'insegna dell'autentico made in Italy e non solo per documentare l'apologia dalla haute couture al prêt a' porter, da Walter Albini a Versace), mentre le Scuderie della Pilotta accolgono le opere di architettura e design (progetti, disegni, plastici ed oggetti da Nervi a Munari, da Ponti a Sottsass). Appendice della rassegna Camera di Commercio, dove sfilano opere di grande formato. La mostra diventa allora un tuffo nell'effervescenza creativa del Novecento, tra ricerche d'avanguardia, crisi apocalittiche, nevrosi esistenziali, sperimentazione postmoderne, satira sociale, vertigine tecnologica. C'è la storia di un secolo, che scorre come le pagine di un manuale, a offrire una lettura sintetica ma puntuale delle tappe di un'avventura culturale.

L'arte e la fotografia la fanno da padrone. Per l'arte, avverte il supercuratore Arturo Carlo Quintavalle, "si è voluto dunque privilegiare un percorso che comunque desse conto delle ricerche dell'arte a partire dagli anni trenta in poi". Si parte da un confronto interessante come il grande cartone di Mario Sironi, "La giovinezza" (1936-1937) per il Palazzo dell'Informazione a Milano, e "Il fiocinatore" (Il Pescatore) di Lucio Fontana, premio Tantardini del 1936, col gesso originale. E si continua sviscerando altri dualismi fra realismi e astrazioni, tra anni Quanta e Cinquanta, per indagare l'esuberanza della pop-art, la provocazione dell'arte povera, i ripensamenti critici della Transavanguardia. Si va dai vortici geometrici di Carla Accardi e Sonia Delaunay, al sentimentalismo letterario di Guttuso, dai picassiani Birolli e Cassinari, al realismo sociale di Pizzinato, all'esistenzialismo felliniano di Sughi, ai maestri dell'informale, all'astrattismo sulla lezione del Bauhaus, per esplorare l'arte programmata di Veronesi, Castellani e Bonalumi, fino alla pittura-scrittura di Boetti. Per chiudere con "D'orme" (2006) di Bruno Ceccobelli, che, dice Quintavalle, "unisce esperienze alchemiche e memorie oniriche, la dimensione del sogno e il simbolismo fallico freudiano del piede con una altissima qualità di esecuzione".

La fotografia, costruita sulla base di alcuni grandi archivi (Studio Stefani, Publifoto, FSA), offre un affascinante viaggio lungo cento anni di sperimentazioni tecnico-artistiche, dal dagherrotipo al digitale. Dai ritratti di Nadar, il fotografo degli impressionisti, ai paesaggi dei fratelli Alinari, dai reporter americani per Roosvelt, agli esperimenti di Man Ray e Florence Henry, una delle grandi protagoniste della fotografia astratta degli anni fra le due guerre a Parigi, racconta Quintavalle, che "dialoga anche con Christian Shad e con Moholy Nagy e nelle sue immagini, tagliate, sghembe, riflesse, si colgono bene le sue scelte, le sue invenzioni che sono collegate a Dada come al Surrealismo parigino". E il dopoguerra di Mario Giacomelli, Mimmo Jodice, Nino Migliori, Luigi Ghiri. Il documento civile di Gianni Berengo Gardin. E l'impegno di Carla Cerati che "scarnifica i volti della Milano da bere nella ricerca intitolata Mondo Cocktail", avverte il curatore. C'è anche Tazio Secchiaroli che immortala Federico Fellini e la sua aura di sognatore immaginifico. E vale quasi tutta la visita la famosa sequenza di Hans Namuth dedicata al "dripping" di Jackson Pollock, al suo famigerato balletto creativo con pennello alla mano intorno alla tela posta sul pavimento mentre compone a suon di sgocciolamenti deliranti e febbrili il suo capolavoro di action painting.

Notizie utili  -  "Novecento  -  Arte, Fotografia, Architettura, Moda, Design" dal 16 gennaio al 25 aprile, Palazzo del Governatore, Galleria San Ludovico, Scuderie della Pilotta. Parma.  
Orari: tutti i giorni, 10 -19, sabato 10 -24 (ultimo ingresso ore 23). Chiuso il lunedì (ad eccezione del lunedì di Pasqua).
Ingresso: intero ?8, ridotto ?5.
Informazioni: 0521/218889; 0521/218929.
Catalogo: Skira.







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