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Fonte : http://www.repubblica.it/speciali/arte/recensioni/2010/01/15/news/alinari_parigi_firenze-1962421/

FOTOGRAFIA

Scatti dadaisti a Parigi
Revival di lusso al Museo Alinari

A Firenze, una mostra racconta la Villle Lumière negli anni Venti e Trenta. Cento immagini, tutte vintage prints, provenienti dalla collezione storica di Bouqueret, rivelano tra fotomontaggi e collage i deliranti viaggi nell'inconscio da Man Ray a Cartier-Bresson di LAURA LARCAN


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FIRENZE - Quando la fotografia era dadaista e surrealista. Quando l'obiettivo della macchina poteva competere con quadri, sculture, poesie e performance, immortalando bizzarrie da sogno, evocando deliranti viaggi nell'inconscio, o esplorando giochi illusionistici tra fotomontaggi e collage. Bastava la curvatura morbida di un corpo di modella in posa porno-soft immolata su un letto-altare, l'inquietudine delle lame di forbici infilzate su una maschera, il primo piano di un volto che sembra lentamente volatilizzarsi nel nulla o la coreografia enigmatica di diverse mani sovrapporte. Lo racconta la bella mostra "Parigi Capitale della Fotografia 1920-1940" ospitata fino all'11 aprile al Museo Nazionale Alinari della Fotografia sotto la cura di Marta Ponsa e Michaël Roulette, che nasce dalla collaborazione tra il Jeu de Paume di Parigi e la Fratelli Alinari Fondazione per la Storia della Fotografia.

Un piccolo gioiello espositivo che porta in Italia l'importante collezione dello storico della fotografia Christian Bouqueret (che ha cominciato a costruirla alla metà degli anni '70) per la prima rassegna esclusivamente dedicata alle ricerche fotografiche nella Parigi tra le due guerre mondiali. Quando la città era palcoscenico attraente e accogliente per gli artisti, una terra da conquistare e da cui lasciarsi "traviare", una meta per tanti affamati di vita e d'arte venuti per amore o per forza da tutta l'Europa. Fotografi, come scrive Bouqueret "ben spesso segnati da una doppia rottura: espatriati rompendo con un paese e giovani artisti d'avanguardia che rompono con una tradizione". E qui, la pratica fotografica si arricchiva di questa straordinaria mescolanza d'influenze.


A sfilare, un centinaio di opere, tutte vintage prints, scortate da documenti originali dell'epoca tra riviste e libri, firmate da circa quaranta fotografi, alcuni noti, altri meno ma tutti da riscoprire, che hanno animato la scena della capitale francese, capitale delle avanguardie storiche in tutti i settori artistici dove si consumavano con audacia e tenacia le ricerche di tanti aspiranti maestri dell'obiettivo, dai francesi come Florence Henri, Maurice Tabard, Roger Schall, Henri Cartier-Bresson, Emmanuel Sougez, Pierre Boucher ai tedeschi Erwin Blumenfeld, Marianne Breslauer e Ilse Bing, agli ungheresi Andrè Kertész, Rogi André, François Kollar, Gisèle Freund e Brassa, ai russi Hoyningen-Huene e Rudomine, fino agli americani Man Ray e Berenice Abbott. Come sottolineano i curatori, la mostra offre uno "sguardo colto e appassionato sulla ricchezza formale di questa nuova visione fotografica in Francia".

Una visione che si articola in quattro sezioni tematiche. Parigi stessa, icona di se stessa, luogo di ricerca e sperimentazione, luogo di esilio, rifugio e libertà, diventa protagonista dell'obiettivo tra chi la restituisce attraverso una visione pittoresca e commerciale, e chi come Brassaï, nel suo volume "Paris de nuit", "fa della notte una materia vivente e carnale da esplorare", per dirla con Bouqueret. Poi, l'oggetto fotografico, rappresentato dalla tecnica del fotogramma assai rivelatrice dell'epoca. Una sorta di scoperta sfruttata per dare corpo alle ricerche estetiche di maestri come Man Ray, Christian Schad, Tristan Tzara e Moholy-Nagy. "Il suo principio  -  scrive Bouqueret - consiste a posare direttamente sulla carta sensibile degli oggetti di cui la luce lascerà in bianco la traccia sulla carta illuminata. Si possono anche introdurre degli oggetti, dei pezzi di carta, ecc. e proiettare sulla carta sensibile questo gioco di ombre cinesi".

Accanto al fotogramma, l'estetica dell'oggetto estremizzata in quegli anni sfocia nella tendenza alla "nuova fotografia" degli oggetti, o meglio alla "Nuova Oggettività": oggetti familiari, banali o insignificanti appaiono magnificati dai virtuosismi fotografici dell'ingrandimento, dell'angolo ricercato del "photo shooting", delle illuminazioni o della ripetizione. Maestri ne sono Zuber, Sougez, Boucher, Kollar o Henri. L'oggettività si estremizza poi sotto l'influenza affabulatoria della scienza, e il microscopio diventa una terra di sperimentazione fotografica. Per esempio, "Jean Painlevé  -  racconta  Bouqueret  - figlio del famoso matematico e politico, trae dal suo lavoro di osservazione sui piccoli animali delle immagini al quanto strane, a volte di una rara bellezza e di una grande poesia". Dal realismo estremo alla sua  manipolazione straniante, arriva la catarsi estetica del surrealismo che insinua i principi visionari e inconsci delle arti visive nella fotografia, in questo oggetto quintessenza della modernità. E la pubblicità fa il suo esordio, a suon di fotomontaggi, foto-collage, foto-disegni, foto-tipo e tutte le manipolazioni possibili in laboratorio.

Si chiude con la figura umana, dove il corpo deve fare i conti con tre tendenze del "nudo": "La prima è quella di un corpo sovversivo e sovvertito, fantasmagorico, corpo di carne e di desiderio, inquieto e trasfigurato: è il corpo surrealista  -  avverte Bouqueret - La seconda è quella di un corpo reificato, decostruito, frammentato e snaturato dall'inquadratura e dalla luce: è il modo che si avvicina più alla Nuova Oggettività. Infine, c'è il corpo apollineo, ossessionato dal modello greco, pura plasticità, attraversato dal mito della giovinezza trionfante, bramato da tutte le ideologie: è il corpo neoclassico".

Notizie utili - "Parigi Capitale della Fotografia 1920-1940" dal 14 gennaio all'11 aprile al Museo Nazionale Alinari della Fotografia Firenze, piazza S. M. Novella 14°.
Orario: 10  -  19, chiuso mercoledì.
Ingresso: Intero ? 9,00; ridotto ? 7,50; gratis bambini fino a 5 anni.
Informazioni: tel. 055.216310, www.alinari.it





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